La Risonanza Magnetica è stata messa a punto e brevettata all’inizio degli anni ’80 e da allora costituisce uno dei principali strumenti di ispezione per individuare eventuali patologie a carico dei sistemi interni del corpo umano. Viene eseguita attraverso un macchinario che sfrutta i campi magnetici ed offre una diagnostica per immagini. Da qualche anno è possibile scegliere fra due diverse tipologie di risonanza: quella standard, chiusa, oppure quella aperta, indicata soprattutto ai bambini e chi ha difficoltà nel restare per troppo tempo in un ambiente potenzialmente claustrofobico. La TAC, invece, è una metodica che viene impiegata fin dagli anni ’70 e che sfrutta le radiazioni, al fine di produrre immagini del corpo. È impiegata soprattutto in ambito neurologico, allo scopo di evidenziare la presenza di eventuali patologie dell’encefalo o del midollo, ma può essere impiegata anche per ogni altra parte del corpo.

La risonanza magnetica

Può essere impiegata nei seguenti campi d’indagine: neurologico (lesioni o patologie a carico del sistema nervoso); neurochirurgico (lesioni e malformazioni delle strutture nervose); traumatologico; oncologico (cellule tumorali); ortopedico (alterazioni funzionali o anatomiche); cardiologico; gastroenterologico (disturbi a carico dell’apparato digerente o delle ghiandole annesse, quali pancreas, fegato o ghiandole salivari). Innocuo per l’organismo, grazie all’assenza delle radiazioni, quest’esame può essere impiegato anche a poca distanza dall’ultimo test. L’unico aspetto critico è quello relativo all’esposizione ad un forte campo magnetico, altamente sconsigliato a coloro che posseggono protesi metalliche, clip vascolari o apparecchi elettronici come pace-maker. Malgrado tali indicazioni preventive, è assolutamente necessario sottolineare che, grazie all’evoluzione delle tecnologie impiegate dalla scienza medica, buona parte dei congegni metallici utilizzati risultano perfettamente compatibili con questo genere di esame. La risonanza magnetica consente di accedere ad immagini tridimensionali dei sistemi interni al corpo umano. Tale ricostruzione tridimensionale ha luogo grazie ai legami biochimici formati dalle molecole. Soltanto utilizzando questa tecnica è possibile rappresentare tutte le strutture del corpo in una stessa immagine, cosa impossibile con una normale TAC.

La TAC

La TAC, “Tomografia Assiale Computerizzata”, è un esame medico molto più antico della risonanza, perché concepito da un ingegnere inglese nel 1967 e noto fin dagli anni ’70. A differenza della risonanza questo esame utilizza le radiazioni ionizzanti emesse dai Raggi X. Viene usato soprattutto per riconoscere eventuali disturbi o malformazioni presenti all’interno dell’area cerebrale e concede una raffigurazione del corpo umano diviso in strati o sezioni. Anche per questo tipo di esame il campo d’applicazione è assai vasto e comprende i seguenti settori: neurologico, toracico, scheletrico, oncologico, addominale, vascolare, ginecologico, traumatologico e cardiaco.

Per quale dei due esame è meglio propendere?

Nella maggior parte dei casi questi due esami vengono prescritti insieme, in modo da fornire informazioni complementari e quindi più esaurienti. Pertanto, l’uno non esclude l’altro. In genere, viene prescritta prima la risonanza magnetica quindi, nel caso i risultati appaiano ambigui o non del tutto chiari, viene programmata anche una TAC. Quest’ultima, tuttavia, non può essere considerata un semplice esame di routine poiché sottoporvisi espone ad una massiccia dose di radiazioni, che può causare problemi a molte persone, con particolare riferimento ai bambini e alle donne in età fertile. Pertanto, la risonanza, ad oggi, costituisce l’esame più indicato per un check-up ordinario.